San Miniato - Guida Turistica

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La Cattedrale La Cattedrale
  Si affaccia sulla Piazza del Duomo, dve sorgeva il castello svevo; l'attuale struttura risale al trentennio 1220-1250 e risulta un rifacimento di una precedente chiesa del sec. VIII. Nel 1378 venne chiusa al culto e trasformata in armeria, fino al 1489, anno in cui venne ristrutturata e di nuovo destinata a scopi religiosi assumendo l'attuale forma a croce latina ed inglobando la torre di Matilde, unica testimonianza rimasta in città dell'architettura militare del XII secolo, che divenne il campanile. La qualifica di cattedrale risale alla bolla di Papa Gregorio XV del 1622, alla quale seguirono vari lavori di abbellimento al suo interno nel '700 e '800. Nel 1944 fu teatro di un tragico bombardamento che causò la morte di 50 persone. La facciata è decorata da bacini ceramici (i cui originali sono conservati nel palazzo Vescovile), disposti secondo la forma delle costellazioni dell'Orsa Maggiore e Minore. L'interno risente di numerosi interventi effettuati tra il 1600 e il 1800 e raccoglie opere di notevole valore, sia sculture che dipinti e affreschi. Sono infatti da ricordare soprattutto la pala d'altare di Aurelio Lomi e l'acquasantiera ottagonale di Ghibellino Guarnieri.
Il Convento di San Francesco
  Si narra che nel 1211, trovandosi S.Francesco ospite presso l'Abbazia di Santa Gonda, fu invitato da alcuni nobili sanminiatesi e gli fu fatto dono di un luogo di culto e di ricovero per i suoi seguaci. Vi si stabilì subito una comunità giudata prima dal beato Buonincontro e poi dal beato Borromeo Borromei, entrambi di San Miniato. Secondo la tradizione il primo progetto del complesso fu di frate Elia da Cortona, architetto del convento di Assisi che sicuramente funse da modello. La costruzione della chiesa iniziò nel 1276, nel 1343 furono aggiunti ambienti ad uso convento e sagrestia, si allargò e si innalzò la navata e la facciata della chiesa, si eresse la cappella maggiore e le due laterali sul presbiterio, si eseguirono gli affreschi sulle pareti della chiesa. Un nuovo ampliamento della chiesa avvenne nei primi anni del '400. Tutto il complesso fu chiuso una prima volta dal 1810 al 1827 e poi, con la spoliazione di molti arredi, con l'unità d'Italia. Dal 1882 fu di nuovo abitato dai minori francescani. La chiesa, ad una navata, conserva numerose opere d'arte dei secoli   XVII e XVIII, fra le quali una tela di Bartolomeo Sprangher, varie tele del Bambocci. Sul retro Il Convento di San Francesco dell'altare maggiore trova posto il notevole coro ligneo attribuito a Baccio D'Agnolo.
La Chiesa del Loretino
  Fu costruito tra il 1285 e il 1295 nel palazzo civico, ad uso dei governanti. nel 1399 vi fu riposta l'immagine del Santissimo Crocifisso, fino alla sua traslazione nell'omonima chiesa avvenuta nel 1718. Al suo posto fu collocata l'immagine della Madonna di Loreto. All'interno un pregevole altare di legno intagliato, dorato e ornato di pitture e sculture, attribuito a Noferi di Antonio di Noferi, commissionato dall'opera del Santissimo Crocifisso dopo la peste del 1525. Il tabernacolo fu dipinto da Francesco Lanfranchi, con ai lati immagini di San Miniato, San Genesio, l'Arcangelo Gabriele e la Madonna. Gli affreschi della volta sono del secolo XIV, sulla parte sinistra una settecentesca immagine di Santa Lucia.
Il Municipio
  Fu eretto intorno al 1300 per residenza dei 12 Difensori del popolo. Notevolmente ristrutturato nel corso dei secoli, presenta le note di maggiore interesse nella sala del consiglio che conserva alcuni stemmi dei giusdicenti databili dal 1390 a tutto il 1500. Da ricordare anche uno stemma in pietra attribuito ad Agostino di Duccio (secolo XV) ed un affresco raffigurante la Vergine che allatta il bambino, circondata dalle virtù teologali in aspetto di angeli, attribuito a Cenni di Francesco di Ser Cenni (1393 - 1415)
Il Palazzo Vescovile
  Il complesso che dal 1622 è sede del Vescovado è stato più volte ristrutturato nel corso dei secoli, inglobando le duecentesche torri dei pallaleoni e dei Capitani del Popolo ed altri edifici trecenteschi. Dal 1489 il palazzo fu concesso ai preti ed ai canonici della cattedrale per la loro residenza e fu aperta la scalinata che lo separa dal palazzo dei Vicari. Nel 1746 subì radicali trasformazioni con la decapitazione delle torri che minacciavano rovina e la costruzione del portale in pietra e delle due rampe di accesso con balaustra. Sulla facciata sono visibili i resti delle antiche costruzioni due e trecentesche negli archi a sesto acuto. All'interno la cappella del palazzo, dedicata all'Assunta e a San Giovanni Battista, fu affrescata da un aiuto di Bamberini
Il Palazzo Grifoni
  Ugolino Grifoni, Gran Maestro dell'Altopascio e segretario del Granduca Cosimo I, giunto all'apice della sua potenza, si fece costruire due palazzi, uno in via De' Servi a Firenze e l'altro a San Miniato. Per la costruzione del palazzo sanminiatese si avvalse dell'opera di Giuliano di Baccio d'Agnolo, il quale attuò una vera e propria rivoluzione urbanistica, demolendo antiche case trecentesche e arretrando il nuovo edificio rispetto al fronte stradale esistente, creando una piazzetta antistante il palazzo. Per le sue grandi dimensioni il palazzo occupò un'area così vasta da inglobare parte della cinta muraria ormai in rovina. L'edificio fu terminato intorno al 1555. L'edificio fu abbattuto durante la seconda guerra mondiale ed è rimasto fino a poco tempo fa mutilato della sua parte destra. Oggi è completamente ristrutturato.
Il Palazzo Grifoni La Chiesa della SS. Annunziata
  La chiesa comunemente chiamata della "Nunziatina" fu costruita nel 1522 sull'area di un edificio sacro trecentesco, dalla omonima Compagnia, che la donò agli Agostiniani Eremitani della Congregazione di Lecceto (Siena). Preso possesso nel 1525 della chiesa e dell'annesso convento, i monaci procedettero ad apportarvi importanti restauri ed ampliamenti, tra la fine del XVII e l'inizio del XVIII secol. Il vescovo Poggi la riconsacrò nel 1709. I monaci rimasero in questa sede fino alle soppressioni napoleoniche. L'aspetto attuale della chiesa, pianta a croce con una tribuna per l'altare maggiore e due cappelle ai lati, risale alle ristrutturazioni tardo-seicentesche; ha la forma di un prisma ottagonale chiuso da una cupola emisferica.. All'interno vi si trovano dipinti del '600 e '700
La Chiesa di San Iacopo e Santa Lucia
  Si affaccia sulla piazza del Popolo nata tra la fine del 200 e gli inizi del '300. L'esistenza della chiesa è accertata sin dal secolo XI e l'attiguo convento di San Domenico venne edificato a partire dal 1345 e completato definitivamente con la costruzione del chiostro nel 1660: Nel corso dei secoli ha subito varie trasformazioni che ne hanno alterato i suoi caratteri originali. La facciata, tardo quattrocentesca, prevedeva una ricopertura in marmo mai avvenuta. All'interno vi sono numerosi affreschi: il monumento sepolcrale di Giovanni Chellini attribuito da alcuni studiosi a Bernardo Rossellino e da altri a Lapo di Pagno Portigiani, sotto la guida di Donatello; un tondo in maiolica policroma delle botteghe di Giovanni della Robbia e varie pitture tra cui   "la Vergine col Bambino e i santi Cosma, Damiano, Giovanni Evangelista e Tommaso" di Domenico di Michelino. Nel 1330 i Priori del Comune di San Miniato e il Proposto della Chiesa di Santa Maria, Ugone Malpighi, concessero ai padri domenicani di ingrandire la chiesa ed edificare il convento; i monaci vi si stanziarono dal 1345. Nel 1520 si iniziò la costruzione del chiostro ultimato soltanto nel 1600; negli stessi anni il convento fu ampliato nella parte destra con la costruzione del refettorio (oggi biblioteca comunale). Nel maggio 1799, nei locali del convento soggiornarono le truppe napoleoniche; con l'unità d'Italia il chiostro e parte dei locali passarono al Demanio e furono aperti al pubblico. Il Convento è stato abitato dai frati domenicani fino al 1977.
Il Palazzo Roffia
  Fu costruito nella seconda metà del XV secolo su un probabile progetto di uno dei figli di Baccio d'Agnolo su vecchie case trecentesche già abitate dai Roffia. Fu ristrutturato tra il '600 e il '700 e decorato dal Bamberini. All'interno vi sono conservate importanti opere fra cui l'Incoronazione della Vergine con Santi, attribuita al maestro della natività Johnson e la Vergine col Bambino di un discepolo del Botticelli; di grande rilievo il "Cristo deposto fra la Madonna e San Giovanni" scultura in legno dipinto di scuola toscana della fine del XIII secolo.
Il Seminario
  Tra il '400 e il '500 nel luogo dove oggi sorge il Palazzo del Seminario si trovavano case e botteghe addossate alle mura castellane. Nel 1650 sull'area di queste case il Vescovo Angiolo Pichi eresse un piccolo edificio per le lezioni giornaliere di 12 chierici. Il suo successore, il Vescovo Cortigiani, nel 1682 acquistò altre case prospicienti la piazza, La Chiesa di San Iacopo e Santa Lucia lato Ovest, ingrandendo il seminario e istituendovi un convitto. All'inizio del '700 si dette il via al processo di unificazione della costruzione inglobando anche altre case al lato Est. L'edifici assunse l'aspetto attuale nel 1713, anno della sua solenne inaugurazione. La facciata poliedrica con la superficie concava a quattro facce, è stata condizionata dall'andamento sinuoso dell'antica cinta muraria a cui erano addossate le primitive case. Le figure allegoriche entro i medaglioni e le iscrizioni con le sentenze dei Padri della Chiesa furono affrescate dal fucecchiese Francesco di Pietro Chimenti nel 1705. Al piano terreno alcuni sporti a "T", tipici delle botteghe artigiane medievali, testimaniano la destinazione delle primitive costruzioni.
La Rocca
  Sulla sommità del colle, a completamento del complesso difensivo della rocca e del castello, Federico II, tra il 1217 e il 1221, fece costruire la torre simbolo di San Miniato. Fu adibita anche a luogo di detenzione per prigionieri politici ed è quasi certo che vi fu rinchiuso Pier delle Vigne, già fedele segretario dell'imperatore. Mantenne la sua funzione di fortezza fino al 1530, quando fu abbandonata e il terreno circostante fu acquistato dall'illustre naturalista Michele Mercati che vi edificò una casa. Minata e completamente abbattuta dai tedeschi nell'estate del 1944, è stata fedelmente ricostruita nel 1958. La torre di Federico a pianta quandrangolare, era alta 37 m.; il coronamento originario era costituito da colonne cilindriche di mattoni, sull'esempio dei pinnacoli dei campanili siciliani. Queste caratteristiche, insieme agli archetti ciechi ogivali, testimoniano l'intervento diretto di maestranze siciliane nella costruzionedella torre.
La Chiesa del SS. Crocifisso  
  Secondo la leggenda alla metà del secolo XIII due viandanti, ospiti a San Miniato, di una povera vedova, le lasciarono una cassa in custodia, non tornando i proprietari la cassa fu aperta e si scoprì contenere un crocifisso ligneo che fu iniazialmente conservato nella chiesa dei Santi Giusto e Clemente, oggi non più esistente. Dopo diversi itinerari penitenziali per la Toscona, durante i quali avvennero molti fatti miracolosi attribuiti alla sacra immagine, le pubbliche magistrature sanminiatesi assunsero il crocifisso a simbolo della città e lo conservarono nella cappella del palazzo civico (Loretino) fino a quando, per ringraziamento per la protezione per la peste del 1631, non costruirono un oratorio La Rocca più grande e solenne. Il progetto dell'architetto Antonio Maria Ferri fu approvato nel giugno del 1705 e la costruzione, subito intrapresa, fu ultimata nel 1718, quando vi fu collocata l'immagine del Santissimo Crocifisso. Nel 1754 furono fatti i pavimenti di marmo e circa un secolo dopo si procedette alla definitiva sistemazione della scalinata d'accesso con la collocazione della balaustra in ferro battuto e delle statue in terracotta. La chiesa a pianta a croce greca sormontata da un tamburo circolare e dalla cupola in cui è inserita una lanterna cieca. Ogni braccio della croce è coperto da una volta a botte e nei punti di congiunzione si slanciano pennacchi di raccordo con la cupola emisferica. Gli affreschi delle pareti e della cupola sono opera di Antonio Domenico Bamberini, il tabernacolo che custodisce l'immagine sacra è di Francesco Lanfranchi detto "Spillo".
La Chiesa di Santo Stefano e San Michele
  Sorta nel XII secolo su una cappella privata della famiglia Mangiadori, occupa il secondo posto, dopo la Cattedrale, fra le chiese sanminiatesi. E' ricordata in una bolla di Celestino III con il titolo di Santo Stefano. La dedicazione anche a San Michele avvenne nel 1583, quando l'antica chiesa longobarda di San Michele in Rocca fu sconsacrata e ridotta a civile abitazione da Monsignore Michele Mercati. Nel 1532 la chiesa fu ampliata grazie ai canonici di Vienna nel Delfinato, che vi si erano stabiliti. L'edificio gravemente danneggiato nel 1944, fu riaperto al culto solo nel 1956. La chiesa non conserva molto dell'antica struttura; infatti della sistemazione trecentesca rimane la muraglia esterna, sulla discesa, le finestre chiuse e lo stemma marmoreo dei Cavalieri del Tau sullo stesso lato. Molte opere d'arte che nei secoli hanno adornato questa chiesa sono andate perdute o sono state collocate in altra sede (museo diocesano); tra le opere di maggiore interesse: un crocifisso ligneo di Pietro Cavallini (Sec. XV) sull'altare maggiore, i quattro Evangelisti, affreschi di Domenico Brogi, le vetrate a mosaico e gli affreschi di Dilvo Lotti.
La Chiesa di Santa Caterina
  La sua costruzione risale al XIII secolo quado alcuni monaci agostiniani provenienti dal vicino convento di San Martino a Castiglione edificarono la chiesa e il convento. Nel 1338 la ciyttyadinanza sanminiatese stanziò una cifra annua per il mantenimento del complesso. Dal XVII secolo la famiglia Migliorati, proprietaria dell'abitazione nella piazza, prese sotto la sua protezione la chiesa ampliandola e trasformandola. Sulla facciata, nelle due nicchie che fronteggiano la porta d'ingresso, sono collocate la statua in piatra di Santa Caterina e quella in terracotta di San Nicola, forse del XVIII secolo. Nell'interno ad una navata, sono disposti cinque altari in pietra e una cappella dedicata a San Michele La Chiesa di Santa Caterina Arcangelo Palazzo Bonaparte
  Fu costruito nella prima metà del '500 sull'area dove nel 1396 vennero demolite e incendiate le case della famiglia dei Masngiadori. L'opera fu commissionata da Vittorio Bonaparte a Filippo di Baccio d'Agnolo. E' una delle costruzioni più interessanti del secolo XVI: presenta grandiosi proporzioni a linee pure, con porte e finestre decorate a bozze di pietre e cornici.
San Martino
  Situato in fondo alla via Cesare Battisti, in prossimità della porta di Faognana, il complesso fu costruito intorno al 1330 nei pressi dell'antica Pieve di San Martino. Rimasto disabitato in seguito alla peste del 1348, il complesso fu ristrutturato all'inizio del secolo XVI, con il restauro della chiesa e la costruzione della volta sulla strada che metteva in comunicazione le due parti del vasto monastero. Nel 1856 una parte fu destinata a carcere mandamentale, l'altra per volere del Vescovo Pio Alberto del Corona, divenne sede del Collegio San Tomaso d'Acquino per l'educazione dei giovani. La chiesa ha la facciata in cotto arricchita da un portale e una finestra settecentesca; all'interno un nartece a sei campate con volte a vela su quattro colonne. In alto si aprono 24 piccole grate corrispondenti a 24 celle del monastero. I tre altari in pietra sono tutti tardo seicenteschi. La chiesa da tempo sconsacrata è oggi adibita a sede di convegni, mostre e altre manifestazioni culturali.